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HIV, invecchiamento e biomarcatori

March 21, 2024

Un lavoro riepilogativo di Berta Rodésa,c, Julen Cadiñanosa,b,c Andrés Esteban-Cantosa,cJavier Rodríguez-Centenoa,c e José Ramòn Arribas a,b,c

a HIV/AIDS and Infectious Diseases Research Group, Hospital Universitario La Paz Institute for Health Research, Madrid, Spagna. b Infectious Diseases Unit, Department of Internal Medicine, Hospital Universitario La Paz, Madrid, Spagna. c CIBER of Infectious Diseases (CIBER-INFECT), Madrid, Spagna

Riepilogo1

Oggi, le terapie antiretrovirali (ART) consentono ai pazienti che convivono con l’HIV (PLWH) di avere un’aspettativa di vita paragonabile a quella della popolazione generale. Questo, però, ha portato a un aumento delle malattie croniche correlate all’età nei pazienti PLWH. In questa revisione, Berta Rodés e colleghi fanno un quadro delle attuali conoscenze sull’influsso di un’infezione da HIV sull’invecchiamento delle persone con HIV, riflettendo altresì sui biomarcatori disponibili e utilizzabili nella prassi per valutare il processo di invecchiamento delle persone con HIV.

Infezione da HIV e processo di invecchiamento1

Nonostante l’aumento dell’aspettativa di vita dovuto alle ART, rispetto alla popolazione HIV-negativa i pazienti PLWH evidenziano un persistente stato infiammatorio e una disregolazione del sistema immunitario che possono avere ripercussioni negative sulla salute e sul processo di invecchiamento. Un esempio di una caratteristica dell’infezione da HIV correlata al generale processo di invecchiamento è la senescenza replicativa dei linfociti T CD4 e CD8 caratterizzata da un aumento dei fenotipi CD57+, CD28 e CD27. Di per sé, l’HIV può incidere direttamente anche su altri meccanismi dell’invecchiamento quali ad esempio perdita di proteostasi, disfunzione mitocondriale, esaurimento delle cellule staminali o alterazioni epigenetiche. Inoltre bisogna tenere conto del fatto che la tossicità correlata alle ART può a sua volta influire sulle malattie correlate all’età.

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Effetto delle ART sul processo di invecchiamento1

Gli attuali medicamenti antiretrovirali sono considerati molto meno tossici di quelli di inizio anni Ottanta, ma causano comunque una certa tossicità in determinati tipi di cellule che possono contribuire a disturbi neurocognitivi e rischi cardiovascolari. Probabilmente i meccanismi attraverso i quali i medicamenti antiretrovirali possono contribuire all’invecchiamento sono multifattoriali, ma alcune tossicità sono state ben descritte per determinate classi di medicamenti antiretrovirali. TDF è correlato a tossicità ossea e renale, mentre ABC a un rischio cardiovascolare. Gli inibitori della proteasi con booster causano tossicità metaboliche come insulino-resistenza o dislipidemia e comportano l’invecchiamento delle cellule endoteliali delle arterie. Gli INSTI sono correlati ad aumento di peso e sintomi neuropsichiatrici. Nonostante non vi siano dubbi sul giovamento complessivo apportato delle ART nei pazienti PLWH, la comparsa di tali tossicità correlate ai medicamenti possono compromettere la salute, l’invecchiamento e addirittura la sopravvivenza dei pazienti PLWH. Inoltre bisogna considerare le interazioni che possono verificarsi a causa dell’aumento di patologie concomitanti e che devono essere tenute sotto controllo. La ponderazione degli effetti positivi sul controllo del virus, sul sistema immunitario e sull’effetto nocivo delle tossicità farmacologiche è di fondamentale importanza per evitare l’invecchiamento precoce dei soggetti con HIV.

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Biomarcatori1

Esiste un crescente interesse nei confronti della previsione di patologie correlate all’età mediante i biomarcatori nei pazienti PLWH. Per poter studiare il processo di invecchiamento c’è bisogno di biomarcatori in grado di rilevare la variabilità interindividuale dell’età biologica, e questo prima di poter diventare clinicamente rilevanti. È stata proposta un’ampia serie di biomarcatori (cfr. Tabella 1). Tra questi sono inclusi i biomarcatori ematici, che sono i più diffusi poiché possono essere ricercati nel corso delle analisi cliniche di routine.

TipoBiomarcatoreCaratteristiche di invecchiamento cellulare coperte
Basato su acidi nucleiciLunghezza dei telomeri
Orologi (clocks) epigenetici
DNA mitocondriale
Usura dei telomeri
Alterazioni epigenetiche
Disturbo della funzionalità mitocondriale
Basato su proteineApolipoproteina J/Clusterina (ApoJ/CLU)
Subunità del proteasoma
Invecchiamento (senescenza) cellulare
Perdita della proteostasi
Basato sul metabolismoRapporto NAD/NADH
Alterazioni lipidiche nel plasma
Livelli plasmatici di aminoacidi essenziali
Disturbi della funzionalità mitocondriale
Sensore deregolato dei nutrienti
Sensore deregolato dei nutrienti
ImmunologicoMarcatori immunologici (sCD14, sCD163, IL-6, hsCRP, D-dimero)
Molecole della superficie cellulare (CD28, CD96)
«Inflammageing»
 

Invecchiamento (senescenza) cellulare
IntegrativoMARK-AGEAlterazioni epigenetiche, disturbo del funzionamento mitocondriale, sensore deregolato dei nutrienti, «inflammageing»

Gli autori hanno concluso che i biomarcatori più promettenti sono gli orologi epigenetici di seconda generazione in combinazione con degli algoritmi integrativi.

Abbreviazioni:

ABC: Abacavir; ART: antiretrovirale Therapie; INSTI: Integrase Inhibitor; PI: Protease Inhibitor; PLWH: Menschen, die mit HIV leben; TDF: Tenofovir Disoproxil Fumarat.

Riferimenti bibliografici:
  1. Rodés B, Cadiñanos J, Esteban-Cantos A, Rodríguez-Centeno J, Arribas JR. Ageing with HIV: Challenges and biomarkers. EBioMedicine. 2022 Feb 25;77:103896. doi: 10.1016/j.ebiom.2022.103896.

All’occorrenza, è possibile richiedere copie delle pubblicazioni degli studi all’indirizzo dpoc.switzerland@msd.com.

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